Negli ultimi decenni lo sport femminile italiano ha raggiunto un ruolo indubbiamente di rilievo, per merito soprattutto dei prestigiosi successi conseguiti da alcune delle principali protagoniste delle varie discipline. Ciò ha consentito allo sport femminile, nel suo insieme, di ottenere uno spazio sempre maggiore sulla stampa (e non solo su quella sportiva) e, più in generale, sui mass media, e anche di richiamare l’attenzione delle istituzioni, in passato spesso poco attente al fenomeno, e di arrivare a ricoprire, tutto sommato in modo appropriato, la funzione che gli compete nella società.
L’affermazione dello sport femminile presenta però ancora zone d’ombra. Nell’introduzione a questa raccolta di saggi, Maria Canella e Sergio Giuntini, dopo aver ripercorso in maniera puntuale il difficile cammino dell’attività sportiva femminile verso la sua evoluzione ed emancipazione, sottolineano due aspetti che, pur estremamente diversi tra di loro, sono ugualmente importanti e non possono non indurre alla riflessione.
Il primo riguarda, per il passato, ma sostanzialmente anche per i tempi attuali, la scarsa presenza delle donne, sia a livello di vertice, sia di posti di responsabilità, all’interno delle federazioni che fanno parte del Coni. La ridotta partecipazione femminile non solo evidenzia la necessità, per il futuro, di un riequilibrio, ma pone anche agli studiosi il problema di chiarire le varie motivazioni che, al di là dei soliti stereotipi, hanno portato a determinare una tale situazione.
Il secondo, su cui è opportuno soffermarsi in questa sede, è invece il ritardo, per non dire l’arretratezza, che caratterizza gli studi sullo sport femminile e, a nostro avviso, sullo sport in generale. In realtà la produzione di opere sullo sport è assai cospicua e molti studi sono indubbiamente pregevoli, ma nella maggior parte dei casi essi hanno un’impronta di stampo giornalistico, senza nulla togliere alla validità di tale impostazione.
Ciò che finora è mancato è stato l’apporto degli storici accademici, salvo qualche lodevole eccezione, e l’utilizzo di una metodologia che consenta di inserire la storia dello sport nel più vasto contesto dell’evoluzione della società. Del resto lo sport rappresenta ormai una componente di primo piano nell’ambito della storia contemporanea e pertanto occorre prenderlo nella dovuta considerazione. Va anche sottolineato che esiste, da parte degli storici, una certa ritrosia nell’affrontare, su serie basi scientifiche, lo sport, come se la materia fosse di minore importanza rispetto ad altre. In tale contesto, lo sport femminile finisce per essere ulteriormente penalizzato dalla mancanza di un settore generale di studi di riferimento.
In tal senso la raccolta di saggi proposta in questo volume che conta 28 saggi per un totale di 680 pagine, nutre l’ambizione di cominciare a colmare, almeno in parte, una lacuna storiografica che appare sempre più vistosa e anacronistica.
I testi raccolti nel volume sono l’esito di un’iniziativa promossa in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, grazie al sostegno prezioso di una serie di istituzioni che in questa sede ringraziamo: Dipartimento di Studi storici dell’Università degli Studi di Milano, Fondazione Corriere della Sera, “La Gazzetta dello Sport”, Comitato di Milano dell’Istituto italiano per la storia del Risorgimento, Istituto lombardo di storia contemporanea, Centro di studi per la storia dell’editoria e del giornalismo. Il volume è stato pubblicato, presso l’editore FrancoAngeli, grazie al contributo del Dipartimento di Studi storici dell’Università degli Studi di Milano e con il patrocinio della Società Italiana di Storia dello Sport.
Il volume contiene i risultati definitivi del lavoro compiuto, lavoro che ha accomunato ricercatori di varia estrazione e che consente quindi il raffronto tra posizioni diverse, anche sul piano metodologico. Il libro è stato finanziato dal Dipartimento di Studi storici, ritenendo che esso possa avere un duplice, e importante, intento. Per un verso infatti il testo fornisce uno strumento che si pone come un punto di partenza per ulteriori analisi, che siano in grado di affrontare in modo adeguato, e nella giusta ottica, le tematiche dello sport femminile. Per un altro verso offre nuove prospettive di ricerca, favorendo l’apertura di un dibattito storiografico che tuttora manca e che invece sarebbe, in prospettiva, di grande interesse per lo sviluppo degli studi di settore.
Attraverso testi dei più accreditati storici dello sport si è cercato di offrire un’esauriente panoramica, che spazia sui diversi aspetti del fenomeno e sulle singole discipline declinate al femminile, in quadri cronologici e tematici: da “Le origini: dall’Unità al fascismo” (Carla Bonello, Elena Tonezzer, Maria Mercedes Palandri, Marco Impiglia, Sarah Morgan, Alessio Ponzio) a “Le pioniere” (Vincenzo Pennone, Roberta Rodolfi, Marta Boneschi, Elio Trifari, Gustavo Pallicca); da “Le discipline” (Felice Fabrizio, Gherardo Bonini, Marco Martini, Sergio Giuntini, Luigi Saverio Battente, Elvis Lucchese, Silvia Cassamagnaghi) a “L’immagine della donna sportiva” (Luca Condini, Ivano Granata, Alberto Brambilla, Patrizia Foglia, Maria Canella), fino al tema, più interdisciplinare e attuale, “Tra emancipazione e discriminazione” (Eugenia Porro, Antonella Stelitano, Angela Magnanini, Vincenzo Santoleri, Matteo Lunardini).
Non va dimenticata infatti l’importanza che lo sport ha avuto nel processo emancipatorio delle donne a livello nazionale e internazionale, ed è questo il motivo per cui il volume è dedicato alle sportive di ieri, di oggi e di domani.